Successi nel mondo

Marietta Alboni è stata apprezzata come artista in molti luoghi, scopriamoli insieme.

Il celebre contralto, nata a Città di Castello nel 1826, dopo aver studiato prima a Cesena – dove viveva – poi a Bologna con Domenico Mombelli e Giacomo Rossini (consulente nel 1839 del Liceo musicale di Bologna) che le impartì lezioni per tre anni, debuttò nel 1842 al Teatro Comunale di Bologna interpretando la parte di Climene nella Saffo di Pacini. Marietta Alboni cantò in seguito a Vienna, Pietroburgo, Praga, Berlino, Amburgo, Londra, Parigi, Madrid, riportando ovunque grandi successi.

L'Alboni e Walt Whitman

Da quando Marietta Alboni è tornata all’onore delle cronache, abbiamo registrato molte testimonianze di persone che sono rimaste impressionate dalla grandezza del personaggio. Oltre all’interesse puramente artistico per quella che è considerata la più grande contralto del suo secolo, ha fatto scalpore anche ciò che ha scritto il più grande poeta americano, Walt Whitman, nella sua raccolta di poesie “ Leaves of grass (Foglie d’erba)” . Ma non solo: il legame della celebre canzone “La Paloma” scritta da Sebastian Iradier con la Marietta, è stato ripreso in un film girato dalla regista tedesca Ingrid Faltin intitolato appunto “La Paloma”.
Fateci caso: la canzone più ascoltata di tutti i tempi è “La Paloma”, Walt Whitman, il più grande poeta americano, ha citato nella sua opera l’Alboni come musa ispiratrice, l’Alboni stessa è considerata la più grande contralto del suo secolo. Diceva Agatha Christi “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, la prova che ci troviamo di fronte ad un personaggio immenso.

L'apice della carriera: Londra e Parigi

Nel 1847, l’Alboni, per la prima volta sola, essendo i due fratelli rimasti in Italia, raggiunse Londra, non senza aver fatto, en passant, un tappa a Parigi, in quella che costituiva da anni la meta dei suoi sogni e in cui fissò sin da allora la sua residenza. Fino al suo primo ritiro dalle scene, nel 1863, le due città condivideranno, sia pur con saltuarie interruzioni, le prestazioni, spesso trionfali, del grande contralto italiano. Il 6 aprile del 1847, l’Alboni partecipò all’inaugurazione della nuova gestione del Covent Garden, allora ridenominato Royal Italian Opera, interpretando il ruolo di Arsace nella Semiramide.

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Nel 1847, l’Alboni, per la prima volta sola, essendo i due fratelli rimasti in Italia, raggiunse Londra, non senza aver fatto, en passant, un tappa a Parigi, in quella che costituiva da anni la meta dei suoi sogni e in cui fissò sin da allora la sua residenza. Fino al suo primo ritiro dalle scene, nel 1863, le due città condivideranno, sia pur con saltuarie interruzioni, le prestazioni, spesso trionfali, del grande contralto italiano. Il 6 aprile del 1847, l’Alboni partecipò all’inaugurazione della nuova gestione del Covent Garden, allora ridenominato Royal Italian Opera, interpretando il ruolo di Arsace nella Semiramide. In seguito eseguì (spostandosi dal 1849 nel rivale Her Majesty’s Theatre) opere di Rossini e Donizetti, “in cui eclissò Giulia Grisi e Jenny Lind“,[17] di Mozart e perfino l’Ernani di Verdi, dove accettò di interpretare il ruolo baritonale di Don Carlo, dopo che era stato rifiutato sia da Tamburini che da Giorgio Ronconi.[18] Cantò anche la parte del paggio Urbain de Gli Ugonotti, che Meyerbeer aveva trasposto per contralto dall’originaria scrittura sopranile, e alla quale aveva aggiunto una grande aria, nel secondo atto, “Non! – non, non, non, non, non! Vouz n’avez jamais, je gage“, appositamente per lei.[19] Nell’intervallo tra le stagioni londinesi, l’Alboni si concesse un altro dei suoi viaggi internazionali, recandosi a Budapest e a Vienna, e fermandosi di nuovo a Parigi questa volta però per esibirsi, sia pure solo in forma di concerto e in italiano, nel tempio nazionale dell’Opéra. Ecco come l’Alboni riferì in seguito l’episodio: «Giunta a Parigi, ho incontrato Roqueplan.[20] Egli voleva fare un contratto con me. Gli risposi, in un francese impossibile che doveva bastare la mia parola; che avrei cantato in quattro concerti se avessi avuto successo, che in caso contrario sarei partita dopo il primo. Roqueplan accettò la mia parola a cui non sono mai venuta meno e ho tenuto il mio primo concerto … [ottenendo] un successo che è andato oltre ogni previsione mia» e che si rivelò crescente nelle successive tre serate (9, 11, 13 e 15 ottobre 1847). «Se fossi stata libera da impegni – conclude l’Alboni – avrei potuto esibirmi a mio piacimento, perché il pubblico mi aveva adottato e da allora è stato sempre eccellente nei miei confronti. Tuttavia mi ero impegnata ad andare a Pesth e sono partita».[21]
Al suo ritorno tutti si aspettavano che la cantante avrebbe esordito sul palcoscenico dell’Opéra con un’intera rappresentazione teatrale, e non più solo in forma di concerto, ma l’Alboni, probabilmente sentendosi ancora insicura nel possesso della lingua francese, che era di prammatica in quel teatro, e temendo forse lo snobismo degli intenditori d’Oltralpe, meravigliò tutti debuttando invece, e di nuovo con la Semiramide(cui seguirono La Cenerentola e il ruolo di Malcolm ne La donna del lago), al Théâtre-Italien. Il successo fu come al solito clamoroso. Fino al 1850, l’Alboni continuò quindi ad alternarsi tra le due capitali e partecipò anche a tournée nella provincia inglese e soprattutto in quella francese, evidentemente anche per impratichirsi nella lingua. Per il suo primo confronto diretto con l’opera francese volle comunque, cautamente, scegliere il Belgio, interpretando, nel 1849, a Bruxelles La Favorite di Donizetti e La Reine de Chypre di Halévy, dimostrando fra l’altro, come rilevò un cronista dell’epoca, di trovarsi molto più a suo agio con la musica “quasi italiana” della prima (che fu subito ripresentata a Gand e Anversa) che non con “lo stile perfettamente francese” della seconda, “nella quale il parlato spesso si mescola con il canto”.[22]Fu proprio in occasione della sua tournée in Belgio che Roqueplan tornò di nuovo alla carica offrendole un ingaggio per portare l’opera francese di Donizetti anche sul palcoscenico dell’Opéra. L’Alboni questa volta accettò, ma pose come condizione di debuttare invece con la parte di Fidès nel Prophète: l’opera di Meyerbeer aveva visto la luce, con grande fortuna, nella primavera dello stesso anno, interpretata trionfalmente da Pauline Viardot, il cui contratto con il teatro parigino era però in scadenza. La cantante italiana, evidentemente non timorosa dei confronti, era convinta che, sia dal punto di vista vocale, sia da quello della sua corpulenta presenza scenica, sia da quello della sua sensibilità interpretativa, il trepido ruolo materno di Fidès le si confacesse perfettamente.[23] E fu con questo ruolo, tanto da lei amato, che l’Alboni, finalmente, il 10 maggio del 1850 debuttò anche all’Opéra di Parigi, con un successo clamoroso, che non si ripeté peraltro, l’anno successivo, nell’unica occasione che la cantante ebbe di partecipare ad una prima esecuzione di un’opera scritta per lei da autori di gran nome. La Zerline ou la Corbeille d’oranges, “intessuta un po’ troppo in fretta da Scribe e Auber per approfittare del successo della cantante” andò in scena il 16 maggio 1851 e, malgrado gli sforzi dell’Alboni, il suo successo fu nullo, né ebbe miglior sorte sulla piazza londinese.[24]
Intanto continuavano anche i suoi viaggi, durante i quali alternava molto spesso parti di soprano a quelle di contralto che le erano più consuete. Nel 1850-51 era già stata a Madrid, dove aveva cantato, tra l’altro Amina ne La sonnambula e Marie ne La fille du régiment; nel 185253 si imbarcò per una spedizione americana incentrata su New York,[25] durante la quale interpretò Zerlina del Don Giovanni, Norina del Don Pasquale e Norma;[26] nel 1854, infine, già divenuta per matrimonio contessa Pepoli, effettuò l’ultima di queste grandi tournée a Lisbona, dove ripropose Marie e Amina.[27] La sua carriera continuò quindi, senza sussulti a Londra, dove fu all’Her Majesty’s Theatre nel 185658, nel 1860 e poi 1863, nonché al Lyceum nel 1861, e soprattutto nella sua nuova patria d’adozione, a Parigi, dove cantò ininterrottamente al Théâtre-Italien dal 1854 al 1863, quando del tutto inopinatamente, e nel pieno fulgore delle sue possibilità vocali, si ritirò dalle scene a meno di trentotto anni.[28]
Fonte: Wikipedia

Marietta Alboni canta al Teatro Bonci di Cesena nel 1846

Correva l’anno 1846, il nuovo e maestoso Teatro Comunale di Cesena era stato inaugurato e presentato alla città il 15 agosto. Marietta Alboni vi si esibì in quello stesso anno, il 15 novembre, con un concerto benefico per l’Asilo infantile. La locandina, originale, di quella serata è ancora oggi conservata negli archivi della Biblioteca Malatestiana di Cesena.

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